UK 2010
commedia/drammatico
diretto da Hattie Delton
un film di V. Sivell
con Tom Burke, Benedict Cumberbatch e John Feild.
scheda Imdb
James (Benedict Cumberbatch), malato terminale di cancro, festeggia il suo ventinovesimo compleanno e sa che sarà l'ultimo. Come regalo d'addio i suoi amici d'infanzia Miles (J. J. Feild), Bill (A. Robertson) e Davy (T. Burke) decidono di accompagnarlo in un disperato viaggio verso il posto che lui preferisce sopra ogni altro, Barafundle Bay in Galles. Fra scalate, litigi, disastri atmosferici e preziose action figures di Star Wars perdute, il loro cammino si rivelerà molto più difficile - e divertente - del previsto.
Sono passati troppi film del genere sotto i ponti e nei proiettori. E' innegabile. La malattia terminale è diventata un sottogenere a sé e anche in questo caso, già dalla prime sequenze, è facile immaginare quale sarà la risoluzione del dramma.
Per questo Vaughan Sivell, produttore e sceneggiatore del film, si è sforzato di rivitalizzare il topos narrativo rinunciando a calcare la mano su un'abusata eroicizzazione sui personaggi.
Consultando una delle prime stesure dello script (fonte: blog di Sivell) è possibile notare come, nel prodotto finale, siano state fortemente ridimensionate le sottolineature retoriche e si sia preferito affidare all'immagine nuda i momenti di maggiore portata emotiva (come nella sequenza finale, che sembra abbia tanto traumatizzato il pubblico dell'Edinburgh Film Festival). Il realismo è grottesco e molto british: momenti sinceramente divertenti e surreali si alternano all'orrore della malattia, descritta con occhio politicamente scorretto e fin troppo credibile. L'affetto dello spettatore nei confronti di James è subordinato all'accettazione della sua invidia rabbiosa e impotente nei confronti di chi gli sopravviverà, mentre la macchina da presa si lancia in una sorta di pedinamento per
documentare il suo progressivo deterioramento mentale oltre che fisico, penetrando fin dentro i suoi sogni e smascherando le
sue meschinità:
I don't want to die.I want more time. I want moretime. I'd take anyone of yourpointless consumer-fucker lives!
Ma i veri protagonisti - come suggerito dal titolo - sono i suoi tre accompagnatori, disposti ad affrontare loro stessi il dolore del viaggio pur di poter chiudere serenamente i conti con l'amico: e il film potrebbe essere facilmente letto come una drammatizzazione dell'esperienza dell'elaborazione del lutto. Si individuano infatti con facilità le cinque fasi di K.R. in altrettante sezioni della pellicola e, iper-tipicamente - dato che qui si parla pur sempre di un road movie - il viaggio reale si fa anche metafora del viaggio interiore.
Girato interamente in Super 16 con un budget di appena 450000 £, il film si distingue per una fotografia bella e luminosa, a momenti malinconicamente sgranata.
Il ritmo è buono anche se qualcuno potrebbe trovare noiosa la grande naturalezza quasi anti-cinematografica che a mio parere, insieme all'ottima recitazione, è il gran pregio del film.
Senza parossismi comici né tragici, Third Star riesce ad essere straziante senza far versare nemmeno una lacrima.
Ok, mi hai convinto: devo guardarlo! *-* Sul non versare nemmeno una lacrima, nel mio caso non ci giurerei xD
RispondiEliminaOra sarei curiosa di sapere in che condizioni ne sei uscito XD
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